Com’è nato il tuo interesse per la cultura italiana e quale percorso ti ha portata a diventare Presidente della Dante Alighieri di Budapest?
“Da giovane, dopo la laurea in Ungheria, grazie a una borsa di studio sono andata a Siena per studiare lingua e cultura italiana presso una scuola della Dante Alighieri. Già allora nutrivo un grande amore per l’Italia e per la sua cultura, e quei mesi trascorsi a Siena hanno rafforzato ulteriormente questa passione. Successivamente ho continuato gli studi a Bologna, al DAMS e, una volta terminati, sono rientrata in Ungheria, dove mi sono dedicata per diversi anni alla famiglia e alla crescita dei miei tre figli. Quando i ragazzi sono diventati più grandi, una mia cara amica, Beatrice Santini, Presidente della Dante a Düsseldorf, mi ha parlato della sua esperienza e mi ha fatto notare che a Budapest non esisteva ancora un comitato Dante. Inizialmente ero un po’ titubante, ma lei mi ha incoraggiata ricordandomi le mie capacità organizzative e il mio amore per la cultura italiana. Così ho inviato il mio curriculum e, dopo un colloquio con la sede di Roma, sono stata accolta con grande entusiasmo.
Entrare a far parte della rete della Dante, è stata per me una grande soddisfazione. Tra l’altro, visitando il loro sito, ho scoperto che Edith Bruck, la celebre scrittrice, ne è vicepresidente. Questo mi ha dato ancora più gioia e orgoglio all’idea di entrare a far parte di una realtà così prestigiosa. Oggi sono davvero felice di poter dare il mio contributo alla diffusione della lingua e della cultura italiana, perché credo che ognuno di noi, oltre a prendersi cura della propria famiglia, abbia anche la responsabilità di offrire il meglio di sé agli altri.”
Quali sono, secondo la tua esperienza, gli eventi che riescono ad attrarre maggiormente il pubblico e a coinvolgerlo di più? Hai notato una tipologia che funziona meglio delle altre?
“Direi che i nostri eventi coinvolgono sia il pubblico italiano sia quello ungherese e sono sempre organizzati in forma bilingue. Abbiamo realizzato diversi tipi di eventi: concerti di musica classica, jazz… e questi risultano essere tra i più richiesti, con una partecipazione sempre molto alta. Credo che il nostro maggiore successo sia proprio nei concerti.
In particolare, abbiamo avuto una grande soddisfazione con i concerti dedicati ai giovani talenti, soprattutto di musica classica. Molti dei nostri soci hanno figli che studiano musica o sono giovani musicisti all’interno dell’associazione. Questo tipo di evento è diventato quasi un ‘prodotto’ consolidato: ogni volta che organizziamo un concerto di giovani talenti, sia di musica classica sia di jazz, la sala è sempre piena, spesso anche oltre le aspettative.
Personalmente credo che il futuro sia nelle mani dei nostri giovani. Se riusciremo a trasmettere loro l’importanza di praticare l’arte, anche solo dedicando pochi minuti al giorno, li abitueremo a vivere la cultura e l’arte come parte integrante della vita quotidiana. L’arte ci rende più umani, ci regala pace, gioia e tante esperienze positive di cui abbiamo bisogno.
Se i nostri giovani cresceranno con questo approccio, apprezzando e praticando l’arte, credo che il mondo sarà un posto migliore: chi ama l’arte impara anche ad amare e a vivere in armonia, evitando conflitti. Forse sono un po’ idealista, ma penso che sia fondamentale aiutare ciascuno a trovare gioia, equilibrio e armonia nella propria vita, e l’arte può davvero essere uno strumento prezioso per raggiungere tutto questo.”
Hai mai visitato Trieste? Quale impressione ti ha lasciato?
“Arrivando in Italia in macchina, la prima città in cui ci siamo fermati è stata Trieste. Quando ho visto il mare è stata un’emozione incredibile. La libertà, la bellezza del panorama: un ricordo davvero forte.
Passeggiando per Trieste, ho notato anche la gente: libera, allegra, tranquilla, senza quella fretta tipica di altre città. Era un modo di vivere diverso, che mi ha colpito molto. Trieste è quindi per me un ricordo bellissimo.
Mi piace pensare che la mia città, Budapest, in qualche modo ricorda Trieste: naturalmente è molto più grande, ma il Danubio a Budapest e il mare a Trieste creano un legame speciale tra le due città. Entrambe sono vivaci culturalmente e gli abitanti amano profondamente la cultura delle proprie città, e questo è un aspetto che trovo molto importante.”
Parlando di cultura, la Dante e TriBu.City condividono obiettivi simili: promuovere arte e cultura, oltre a rafforzare i legami culturali e sociali tra Italia e Ungheria. Secondo te, quali azioni o iniziative potrebbero contribuire a sviluppare ulteriormente questi rapporti? Cosa potrebbe avvicinare ancora di più le nostre due realtà?
“A Budapest vivono molti italiani, soprattutto dal Nord Italia, così come a Trieste risiedono numerosi ungheresi. In questo senso, le due città sono già in qualche modo ‘gemellate’. Organizzare eventi è molto gratificante: vedere persone partecipare per la prima volta ai nostri appuntamenti, dedicando parte del loro tempo libero, mi rende davvero felice e riconoscente.
Sono convinta che arriverà il momento in cui un evento di successo come quello dei giovani talenti potrà essere replicato anche a Trieste, proprio come credo che anche voi possiate portare qui a Budapest i vostri progetti. Ad esempio, per il nostro prossimo festival ‘Dante al Centro d’Europa’, organizzeremo una performance: ‘Amore e Inferno’ alla luce delle opere di Dante, Petrarca e Liszt, con il famoso pianista Péter Kiss e l’attore Gábor Jászberényi, che in Ungheria hanno già realizzato uno spettacolo dedicato al 700° anniversario di Dante. Ho proposto di inserire anche un attore italiano, Michele Sità, così il pubblico italiano potrà godere pienamente dello spettacolo, che sarà bilingue e offrirà un’esperienza unica, una cosa mai vista prima.
Credo che questo tipo di performance possa essere portato anche in altre città e, personalmente, penso già a Trieste come possibile tappa futura.”
Siamo molto curiosi: puoi anticiparci qualche progetto o evento speciale che stai preparando?
“Sì, molto volentieri. Come accennavo prima, in ottobre avremo il secondo festival ‘Dante al Centro d’Europa’. La nostra associazione Dante di Budapest compie in questi giorni due anni, quindi siamo ancora abbastanza giovani, e questa rappresenta la nostra seconda occasione per organizzare questo bell’evento.
Quest’anno non ci limiteremo al Festival in sé: organizzeremo anche una mostra dedicata a Edith Bruck, dove presenteremo il suo ultimo libro, scritto con Andrea Riccardi, ‘Oltre il male’, tradotto in ungherese. La mostra resterà aperta circa tre settimane, nel mese di ottobre.
Ci sarà inoltre una performance-concerto il 10 ottobre, con letture e musica e la partecipazione della scrittrice e attrice Rita Charbonnier. Il 14 ottobre si terrà l’apertura ufficiale del Festival presso il Salone Verdi dell’Istituto Italiano di Cultura di Budapest.
Tra gli eventi successivi, avremo una lettura di Alessandro Manzoni presso la Biblioteca Nazionale Széchényi e una conferenza sulla figura di Dante, con ospiti di rilievo come Paolo Farina, autore di ‘Cento (e uno) caffè con Dante’, Giuliana Poli, scrittrice e giornalista, e altri nomi importanti.
Sabato mattina, il Festival proporrà un momento dedicato alla realtà virtuale, con giochi interattivi, e in serata si chiuderà con una crociera sul Danubio e una cena di gala dove si esibiranno i nostri giovani talenti.
Durante l’apertura del Festival, saranno presenti due giovani cantanti lirici provenienti dal Teatro Alla Scala di Milano, il soprano Mariapaola Di Carlo e il tenore Cristobal Campos, e i vincitori del concorso per giovani talenti presenteranno i loro lavori. Infine, l’Orchestra Sinfonica di Szeged, diretta dal nostro direttore artistico maestro Gergely Dubóczky, arricchirà ulteriormente il programma musicale del Festival.”
Vedendo tutta questa passione, le numerose attività e l’energia che anima l’associazione, quali sono le diverse modalità con cui chi volesse supportarvi potrebbe contribuire? In che modi le persone possono mettersi in gioco o dare una mano concretamente?
“Grazie mille per la domanda. Noi accogliamo volentieri nuovi soci, che possono essere ordinari o sostenitori. I soci sostenitori offrono un contributo maggiore, molto importante per noi poiché tutti lavoriamo su base volontaria. Crediamo che anche piccoli contributi, se dati da molti, possano sommarsi e generare un impatto significativo.
I soci hanno accesso gratuito a tutti gli eventi. Non imponiamo mai un biglietto d’ingresso, ma invitiamo gli spettatori a lasciare un contributo, sperando che comprendano il valore del nostro lavoro, il costo di ogni programma e delle attività che organizziamo. A volte offriamo anche assaggi o vino durante gli eventi, il che comporta costi reali, ma tutti noi siamo impegnati a rendere ogni iniziativa fruibile e di qualità.
Lo scorso anno, ad esempio, abbiamo stampato in bilingue il libro di Alessandro Masi, ‘La vita maledetta di Benvenuto Cellini’. Per il Festival porteremo questo libro insieme a quello di Edith Bruck e Andrea Riccardi. Tutti i testi saranno disponibili durante gli eventi e potranno essere acquistati, speriamo che chi partecipa comprenda che questo rappresenta un concreto supporto per noi.
In generale, riteniamo fondamentale promuovere la cultura della donazione: piccoli contributi da parte di molti possono produrre grandi risultati.
Con il secondo anno di attività ormai alle porte, dal prossimo maggio, periodo in cui si decide a chi destinare l’1% delle tasse, vorremmo invitare tutti, anche chi non ha ancora partecipato ai nostri programmi, a sostenere la nostra associazione. Anche un piccolo gesto come questo può fare una grande differenza e ci aiuterebbe davvero a continuare a promuovere cultura e arte!”
Vuoi condividere la tua visione per il futuro dell’associazione? Quali obiettivi o sviluppi immagini nei prossimi anni?
“Spero che, aumentando il numero dei soci, avremo la possibilità di realizzare un numero sempre maggiore di eventi. In soli 24 mesi abbiamo già organizzato oltre 30 iniziative, mantenendo una media di più di un evento al mese.
Abbiamo in progetto di far partire corsi di lingua online per ragazzi ed adulti con i professori di madrelingua italiana.
Potremmo anche pensare di uscire da Budapest per portare alcuni eventi in altre città: se un’iniziativa ha avuto successo qui, perché non riproporla in altre città ungheresi o anche a Trieste? Questo permetterebbe di coinvolgere tutti coloro che desiderano avvicinarsi alla cultura italiana, inclusi gli italiani residenti in Ungheria, molti dei quali vivono fuori dalla capitale. Credo che sia una bellissima missione offrire ai loro figli la possibilità di conoscere la cultura d’origine, soprattutto quando frequentano scuole ungheresi.
Inoltre, partecipare a questi programmi aiuta a rafforzare le amicizie tra ungheresi e italiani e offre ai giovani, in particolare, un’opportunità preziosa: studiare la lingua italiana non significa solo imparare una lingua in più, ma anche avvicinarsi a una cultura ricca di leggerezza, gioco e armonia. Osservo spesso che l’approccio italiano alla vita trasmette gioia e apertura, e penso che la cultura italiana possa davvero essere una medicina per la mente e per lo spirito.”
TriBu.City, Due città, un’anima! è il movimento nato per valorizzare l’amicizia e accrescere i rapporti tra Trieste e Budapest, tra l’Italia e l’Ungheria. Cosa pensi di questa iniziativa?
“TriBu.City, secondo me, è un’iniziativa straordinaria. Apprezzo moltissimo chi ha avuto il coraggio di sognarla, chi l’ha realizzata e chi continua a portarla avanti. Come dicevo prima, la cultura è preziosa di per sé, ma riuscire a creare amicizie tra città, far conoscere le persone, promuovere la cultura e sviluppare rapporti umani autentici è davvero un grande valore in questo mondo. Per questo motivo, esprimo tutta la mia stima e gratitudine.”
Edith Császi
Edith Császi ha una formazione internazionale che unisce economia, pedagogia e arti, con esperienze di studio in Italia presso l’Università di Siena e al DAMS di Bologna. Laureata in Pedagogia e in Economia e Commercio, ha ampliato il suo percorso con specializzazioni in naturopatia, kinesiologia e bioenergetica. Dopo una carriera pluriennale in ambito aziendale e come consulente, dal 2016 lavora presso la Banca Nazionale Ungherese nel Dipartimento per i diritti dei consumatori. Nel 2023 è stata nominata Presidente dell’Associazione Dante Alighieri di Budapest, dove mette a frutto le sue competenze linguistiche, organizzative e relazionali per promuovere la cultura italiana in Ungheria.