Dialoghi tra Italia e Ungheria: l’incontro di TriBu.City con János Betlen

TriBu.City ha avuto il piacere di incontrare János Betlen, economista, traduttore e giornalista di spicco, noto volto della televisione ungherese.

TriBu.City ha avuto il piacere di incontrare János Betlen, economista, traduttore e giornalista di spicco, noto volto della televisione ungherese. Sebbene non abbia mai visitato direttamente Trieste, la conversazione con TriBu.City si è rivelata estremamente interessante e coinvolgente, arricchita dal suo straordinario senso dell’umorismo. János ha parlato del suo legame speciale con l’Italia, la sua visione su Trieste e il suo ruolo di ponte culturale tra Ungheria e Italia.

Qual è il tuo legame personale con Trieste?

“Devo confessare di non aver avuto un legame diretto con Trieste. Non ci sono mai stato, non ho mai passeggiato per le sue vie o ammirato i suoi panorami. Da ragazzo infatti, quando viaggiavo in treno verso l’Italia, passavo per Villa Opicina, e sapevo che Trieste era lì vicino, ma non sono mai sceso dal treno.

Di questi viaggi in treno in Italia, ricordo un aneddoto divertente. Nel 1963, avevo comprato una bottiglia di Coca-Cola da un litro da portare a casa come regalo, poiché da noi non c’era. La Coca-Cola arrivò in Ungheria solo nel 1968. Durante il viaggio, però, notai delle gocce cadere a terra dalla mia valigia. La bottiglia di Coca Cola era esplosa! Anche se il regalo si era rovinato, il ricordo di quel momento è rimasto vivido. Se tutto fosse andato liscio, probabilmente non avrei mai ricordato quell’episodio. Invece, dopo 61 anni, la storia di quella Coca-Cola continua a vivere nella mia memoria.

Nonostante non abbia mai visitato Trieste, questa città ha sempre evocato in me un senso di nostalgia e curiosità. Ad esempio, quando anni fa mia figlia mi chiese dove andare per un weekend con il suo ragazzo, le suggerii proprio Trieste. Tornò entusiasta!
Ho anche alcuni amici che hanno comprato casa a Trieste, quindi è per me un luogo dell’immaginazione, un posto che ho sempre immaginato senza averlo mai vissuto. Ma prima o poi voglio visitarla.

L’Italia ha sempre occupato un posto speciale nel mio cuore. Ho iniziato a studiare l’italiano a 14 anni, e per me parlare italiano è sempre stato come tornare a casa. Come se ci fossi sempre vissuto, anche se in realtà ho solo viaggiato attraverso le sue città. Ogni volta che metto piede in Italia, mi sembra di ritrovare una parte di me stesso e giuro, ancora oggi, è uno strano sentimento sentire la lingua risuonare ovunque attorno a me.
Questo amore per l’Italia è nato quando, a 18 anni, ho iniziato a lavorare come interprete per le comitive italiane che visitavano l’Ungheria. Gli italiani mi trattavano come un figlio. Mi facevano sentire parte della loro famiglia, e credo che sia stato questo a far nascere in me un legame emotivo profondo con l’Italia.

Trieste per me significa anche memoria storica. Mi ricorda le battaglie sull’Isonzo, un luogo sacro per noi ungheresi. Durante la Prima Guerra Mondiale, abbiamo perso 300.000 ungheresi nelle dodici battaglie sull’Isonzo. Per noi, era una sorta di Golgota ungherese, un luogo di dolore e sacrificio. Anche per gli italiani Caporetto ha lo stesso significato: catastrofe, disfatta, fine del mondo. Quelle guerre furono tragedie umane immense, sia per gli ungheresi che per gli italiani, e credo che ricordarle sia un dovere.”

TriBu.City, due città un’anima, è il movimento nato per valorizzare l’amicizia e accrescere i rapporti tra Trieste e Budapest. Cosa pensi di questa iniziativa?

“Trovo l’iniziativa molto bella. Per far conoscere TriBu.City, suggerisco di coinvolgere giornalisti e comunicatori ungheresi, persone capaci di raccontare Trieste e Budapest in modo coinvolgente.”

János Betlen

János Betlen è un economista, interprete e conduttore televisivo ungherese.

Iniziò la sua carriera alla Radio Ungherese nel 1969, dove lavorò a trasmissioni per l’estero, anche per un breve periodo come caporedattore, dopo le prime elezioni democratiche del 1990.
Il suo lavoro televisivo è legato alla televisione pubblica. Iniziò a lavorarvi nel 1989 come presentatore. È stato brevemente direttore del TG tra luglio 1994 e maggio 1995. È stato conduttore di vari programmi di informazione. Dal 1995 al 2002, il Canale 1 della televisione ungherese trasmise la sua serie “Servizio porta a porta”, che raccontava la vita della gente comune.

Ha lavorato come presentatore di programmi mattutini nei primi anni 1990 e poi, di nuovo, dal 2003 al 2011. Dal 2011 al 2014 ha presentato un talk show settimanale. Ha chiuso la sua carriera televisiva come autore di una rubrica settimanale sugli avvenimenti internazionali, dal 2015 al 2018.

È direttore della rassegna online Metazin con il filosofo Szabolcs Pogonyi.

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