Sissi, l’amore per Trieste e il Castello di Miramare

Una tappa irrinunciabile che attira visitatori da tutto il mondo, non solo per la bellezza della sua architettura e del grande parco, ma anche per la sua storia affascinante e il valore culturale.
Ancora oggi, se si passeggia in certe zone di Trieste, si percepisce un’atmosfera d’altri tempi dal sapore mitteleuropeo. Gli edifici in stile neoclassico non solo raccontano l’identità della nostra città ma ci riportano ad un’epoca che tuttora vive nella memoria delle persone. Basta guardarsi attorno per notare che l’Impero austro-ungarico ha lasciato un segno: il volto dell’Imperatrice Elisabetta d’Austria è ben impresso su diversi “dolci” souvenir. 
Nonostante sia passato tanto tempo da allora, l’Imperatrice continua ad essere ricordata. Venne a Trieste in visita ufficiale, nel 1856 e nel 1882. In quelle due occasioni ebbe modo di frequentare diversi posti della città come ad esempio il Teatro Grande (oggi Teatro Verdi) dove venne accolta da numerosi “Evviva!” da parte del pubblico e il Politeama Rossetti che la colpì per la sua avveniristica collocazione a ridosso di una strada ascendente. 
L’amore però che lei nutriva per questa nostra città la portò qui quasi una trentina di volte. Spesso da Miramar salpava per i suoi lunghi viaggi, fermandosi brevemente a Trieste, altre volte invece aveva il tempo per godersela appieno. 
Di ritorno da un viaggio a Madera, nel maggio del 1861, Sissi fece tappa a Trieste. Una scena che venne immortalata nel 1865 dal pittore Cesare dell’Acqua. Dopo aver ancorato il panfilo Victoria and Albert, non troppo lontano dal Castello di Miramare, tramite una barca a remi, Sissi scese a terra indossando un abito da viaggio in tartan verde e blu, accompagnata dal consorte Francesco Giuseppe e Massimiliano d’Asburgo. Fu accolta nel porticciolo dalla cognata Carlotta. 
Il Parco di Miramar era il posto perfetto dove poter fare le sue famose lunghe passeggiate, nuotare nel porticciolo, osservare quell’infinita distesa blu che vide per la prima volta proprio dalle alture di Opicina. 
Soggiornando al Castello di Miramar, l’Imperatrice poteva evitare il caos e gli occhi indiscreti, ammirando la città da uno dei suoi yacht ancorati al largo. Dopo la morte di Massimiliano, il parco era quasi sempre aperto al pubblico, ma ogni tanto Sissi lo chiudeva per fare in tranquillità i suoi “giretti”. Nulla la fermava, nemmeno il mal tempo: un giorno uscì dal Castello per fare una passeggiata e rientrò bagnata fradicia. A Miramar Elisabetta d’Austria ritrovava la pace e la tranquillità. Un modo per respirare nuovamente, un punto strategico da dove partire per le sue fughe dalla “gabbia dorata” di Vienna. 
Di Sissi si è detto di tutto e di più ma il suo “Diario poetico” rimane una testimonianza preziosa che ci fa scoprire la donna che è stata: determinata, irrequieta, sensibile, controcorrente. Viva. 
 

Contributo di Nadia Pastorcich

Condividi l'articolo:

Articoli collegati